L'architettura Romania nel Giudicato di Torrs

Chiesa di San Lorenzo (Silanus)

La chiesa di San Lorenzo si erge sopra un'altura dominante l'abitato di Silanus. La facciata, in scura trachite è delimitata da due paraste d’angolo che sorreggono una cornice a sguscio che divide la parte inferiore dal frontone su cui si erge un campanile a vela con due celle campanarie a tutto sesto. Sempre da queste paraste parte una teoria di sette archetti a tutto sesto e a doppia ghiera poggianti su mensole variamente decorate. Da notare la sesta che ha scolpito il muso di un toro. Al centro si apre il portale (poggiato su due gradini) con architrave monolitico, arco di scarico a sesto acuto e lunetta in trachite rosa, da notare la presenza di tre croci scolpite Sul lato destro, impiantato su un basso zoccolo a scarpa, corre lungo il terminale del tetto una teoria di diciotto archetti a tutto sesto e a doppia ghiera (il decimo a tripla) sempre sostenuti da mensole variamente decorate.

Sotto la nona e diciassettesima mensola si aprono due monofore a feritoia; mentre all’interno del campo del dodicesimo archetto è visibile una protome umana in scura trachite col mento (di restauro) in bianco calcare. Anche il lato sinistro è decorato da una teoria di diciotto archetti del tutto simili a quelli appena descritti. Su questo lato, oltre alle due monofore a feritoia, si aprono anche due porte rettangolari, oggi murate semplicemente con del cemento che contrasta notevolmente con la scura trachite del paramento murario. Sempre da questa parte (ma anche lungo le falde inclinate del tetto in tribuna e nelle cornici ai lati dell’abside) la cornice presenta alcuni frammenti con un’ornamentazione a foglioline lanceolate a due punte, con bordo e nervatura interna rialzati, tempestate, come il fondo, di minute perline.

Anche nell’abside troviamo una teoria di archetti, precisamente sei, a doppia ghiera sostenuti da peducci. È da notare la particolarità del quarto peduccio, partendo da sinistra, che mostra una decorazione a foglie da cui spunta una testolina umana caratterizzata dal grosso naso. In posizione assiale si apre una monofora centinata a doppio strombo. Al centro del frontone si apre una luce cruciforme. L’interno ad aula unica termina ad est con l’abside semicircolare coperta da semicatino, ed ha una copertura a capriate lignee (di rifacimento). Sul lato destro sono tuttora visibili le tracce di affreschi considerati trecenteschi. Il primo affresco, partendo dall’ingresso, raffigura l’immagine di una santa, posta frontalmente e a mani giunte, che si staglia su uno sfondo rossastro. La donna ha lunghi cappelli che le ricadono dietro le spalle e guance rosse (è ancora visibile il colorito dello zigomo destro). Sul lato alto sinistro fa capolino una figuretta con i cappelli lunghi rappresentata nell’atto di porgerle un panno ed un oggetto sferico. L’affresco manca della parte inferiore e di buona parte del lato destro; si nota comunque una cornice a denti di sega rossi e blu.

Le diverse figure del gruppo di studio si avvicendano nei lavori in relazione ai progressi della ricerca e secondo un programma di lavoro che permette, laddove necessario, di operare in maniera sinergica. Determinate analisi chimiche o petrografiche sui reperti o sulle malte dei muri vengono, ad esempio, concordate direttamente sul luogo, stabilendo i tempi e le modalità di prelievo dei campioni, nel pieno rispetto delle esigenze che ciascun professionista esprime per poter operare nel migliore dei modi e, soprattutto, assicurando che i prelievi siano effettuati in maniera non invasiva.

Il secondo nucleo è costituito da più affreschi con diverse figure; al centro si staglia quella più alta contenente l’immagine di S. Cristoforo che regge il bastone e porta sulle spalle il Bambin Gesù (privo della testa), e ha i piedi immersi nell’acqua, resa attraverso strisce ondulate bianche e azzurre, ove sono raffigurate diverse specie di pesci, tra cui anche un granchio. Tutta la rappresentazione, priva della parte superiore, è incornicia in modo analogo all’altro affresco. Questa figura centrale è affiancata da altre due immagini più piccole raffiguranti, da sinistra, S. Biagio e S. Benedetto. Quest’ultima è ulteriormente affiancata da un’altra scena probabilmente ambientata nell’officina di un fabbro. Date le analogie che quest’edificio presenta con le chiese cistercensi di Sindia si è ritenuto, a partire dalla Serra (1984, p. 412), che esso appartenesse ad una grangia cistercense per lo sfruttamento delle cave di calcare già utilizzate in epoca romana (e ancora oggi). Silanus fu un certo molto importante del giudicato di Torres e faceva parte della curatoria del Margine, formata pressappoco dal territorio degli attuali comuni di Birri, Bolotana, Borre, Bortigali, Dualchi, Lei, Macomer, Noragugume, e, appunto, Silanus. I cistercensi in questa zona possedevano vasti territori sin dai primi anni della seconda metà del XII secolo, e la splendida chiesa di S. Lorenzo fu costruita, a quanto pare, proprio in questo periodo.

Chiesa di San Lorenzo (Silanus) da Cataloco Beni Culturali;

Bibliografia Essenziale:

  1. San lorenzo di Silanus: Osservazioni sull'architettura romanica in Sardegna (di Eduardo Arlan) 1942
  2. L'architettura del Medioevo in Sardegna di R. Delogu, La Libreria dello Stato, 1953;
  3. Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300" di R. Coroneo, Ilisso, 1993;
  4. SargegnaCultura, I Luoghi della Cultura "Silanus, chiesa di San Lorenzo";
  5. SargegnaCultura, Catalogo Beni culturalim Scheda 185133 "Chiesa di S. Lorenzo - Silanus";
  6. Catalogo Beni Culturali "Chiesa di San Lorenzo"
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Chiesa di San Lorenzo (Silanus). 1942 da "Bollettino d'Arte ";