L'architettura Romania nel Giudicato di Torrs

Basilica di Sant'Antioco di Bisarcio (Ozieri)

L'espressione artistica che meglio esprime l'originalità della Sardegna giudicale è l'architettura romanica, contraddistinta tanto dall'adesione al linguaggio internazionale europeo, quanto dall'elaborazione di caratteri locali. Il panorama comprende un numero considerevole di chiese e castelli, che rappresentano uno degli elementi più significativi dei paesaggi storici isolani. Risale all'XI-XIII secolo la maggior parte dei castelli medievali sardi, giunti a noi allo stato di suggestivi ruderi, isolati sulle cime di modeste emergenze collinari dall'alto delle quali era possibile controllare il territorio e le vie di comunicazione. Al contrario le chiese romaniche si conservano spesso integre nelle loro strutture originarie e pertanto costituiscono l'ideale campo di studio dei fenomeni di importazione dei modelli e del loro adattamento alle esigenze locali. Si dispongono prevalentemente lungo l'asse viario che da Cagliari conduce a Porto Torres, ma sono distribuite su tutto il territorio. Ne deriva il diverso "colore" degli edifici a seconda della loro ubicazione. I costruttori utilizzavano infatti materiali reperibili nella zona geografica nella quale doveva sorgere il monumento, che così risultava armonicamente inserito nel paesaggio naturale e lo connota tutt'oggi: in Gallura troviamo edifici in granito dorato, man mano che si scende verso il centro dell'isola prevale l'uso delle scure pietre vulcaniche, spesso associata a chiare pietre sedimentarie; nei Campidani prevale il calcare dalle tonalità calde. Dalla fine del XIII secolo si afferma l'arte gotica, in due filoni: quello italiano (in continuit col romanico) e quello catalano, legato all'arrivo degli Aragonesi.

La chiesa di S. Antioco, realizzata interamente in pietra locale (trachite scura), sorge in aperta campagna a qualche chilometro dall'abitato di Ozieri. Nell'area intorno alla cattedrale si conservano consistenti ruderi dell'episcopio e del borgo medievale di Guisarchu. La facciata costituita dalla parete frontale del nartece che diviso da una modanatura, in cui compaiono frammenti dell'antica decorazione fitomorfica, sorretta da mensoline di ridotte dimensioni e interrotta al centro da una protome umana. La parte inferiore movimentata da tre arcate a tutto sesto; quella sinistra ha la ghiera ornata con figure di angeli e santi, le cui teste superano laltezza del fregio e con le spalle si staccano nettamente dal piano di fondo, disposte in posizione radiale (due per ogni concio).

Nell'arcata destra si apre una grande bifora sostenuta al centro da una colonnina con solcature elicoidali e leone stiloforo di cui, anche se molto eroso, si pu ancora dedurre la criniera. I due archi della bifora poggiano su un capitello di rifacimento (pare che l'originale sia quello conservato all'interno della chiesa), mentre originale la mensola taurina che lo sormonta. La ghiera esterna di questi archetti scolpita con un motivo fitomorfo ed incorniciata da un fregio a denti di sega, che ritroviamo nella ruota cosmica posta al di sopra. L'arcata pi grande presenta lo stesso presenta lo stesso fregio fitomorfico con palmette a verso alternato, anche se in questo caso sostenuto da piccoli dentelli, del tutto simili a quelli che sorreggono la modanatura. In alto, tra le arcate, sono collocati quattro alloggi, ornati da giri concentrici di triangoli, per bacini ceramici. Al di sopra della modanatura si apre, al centro, una grande monofora affiancata sulla destra da una feritoia. Inoltre, sul lato destro visibile una teoria di quattro arcatelle (la prima murata) a sesto acuto, che in alcune parti della ghiera mostrano frammenti dell'antica decorazione a fregio fitomorfo. Tutti gli archetti sono sostenuti da protomi: le centrali rappresentano delle figure grottesche, mentre nelle due laterali dovrebbero essere raffigurati dei visi femminili date le acconciature. Al di sopra di questi archetti corre una modanatura con due diversi fregi a foglie separati da una merlatura, sormontata da due colonnine che sorreggono parte di una cornice a guscio. Proprio sotto i due spioventi del tetto incisa una figura di non facile interpretazione.

Le diverse figure del gruppo di studio si avvicendano nei lavori in relazione ai progressi della ricerca e secondo un programma di lavoro che permette, laddove necessario, di operare in maniera sinergica. Determinate analisi chimiche o petrografiche sui reperti o sulle malte dei muri vengono, ad esempio, concordate direttamente sul luogo, stabilendo i tempi e le modalità di prelievo dei campioni, nel pieno rispetto delle esigenze che ciascun professionista esprime per poter operare nel migliore dei modi e, soprattutto, assicurando che i prelievi siano effettuati in maniera non invasiva.

Sulla parasta destra sono tuttora visibili i conci di ammorsatura di una qualche struttura che collegava la chiesa allepiscopio. Sia i lati bassi che quelli alti delledificio sono decorati da una teoria di archetti pensili (la maggior parte di rifacimento) poggianti su mensole variamente ornate. Sul fianco sinistro, in prossimit della facciata, sono visibili due contrafforti di fattura recente. Sempre in questo lato si nota una differenza nel paramento murario fra parte inferiore, con cantonetti sbozzati, e parte superiore, con conci squadrati; e nei fori per i ponteggi, che rivelano luso di travi a sezione rettangolare nella prima fase, quadrata invece nella seconda; differenze che sono prese a testimonianza dei tre diversi momenti costruttivi che hanno interessato la fabbrica proposti dal Delogu (1953, pp. 76-120/124-152-155), e comunemente accettati dalla critica successiva. Le testate posteriori delle navatelle sono decorate da due arcate (nei cui campi visibile una losanga gradinata inserita in una cornice di pietre verdi) poggianti, lateralmente, sui capitelli gradinati delle paraste e, al centro, su una mensola con foglia ritorta. Al centro di ogni testata si apre una lunga monofora con centina a doppio strombo e davanzale segnato da cornice scalettata. Labside semicircolare poggia su uno zoccolo a scarpa ed impostata al muro attraverso le paraste angolari che delimitano le due testate delle navatelle. E'divisa da semicolonne con base gradonata e capitello fitomorfo in cinque sezioni (nella centrale si apre una monofora simile alle altre), ognuna delle quali contenente un arco a tutto sesto e doppia ghiera nei cui campi sono inserite delle losanghe in tutto simili a quella gi descritte. Sul lato destro, in prossimit della zona absidale, si erge quel che rimane (ossia il primo, e parte del secondo ordine) del campanile a canna quadrata. Ogni faccia divisa in due (ognuna contenente due archetti) da una lesena. Allinterno il portico coperto da volta a crociera con archi trasversali a tutto sesto sorretti da due pilastri cruciformi e, lateralmente, dai capitelli con foglie dacqua divise da caulicoli delle lesene addossate al muro. Sulla destra una scalinata addossata al muro conduce ad una porta che, tramite una stretta e bassa gradinata, da accesso al piano superiore costituito da tre vano voltati a botte longitudinale e comunicanti fra loro attraverso archi a tutto sesto. Nel primo vano, in controffacciata, troviamo la cappa di una camino dalla singolare forma di mitra bordata da un fregio fitomorfico; nel secondo si apre la bifora delloriginaria facciata sorretta dal capitello a stampella della colonnina centrale. Al di sotto si trova laltare (oggi di restauro) a cui si riferisce liscrizione leggibile sulla parete sinistra:

CONSECRATUM EST HOC ALTARE AD HONOREM S(AN)C(T)I IACOBI AP(OSTO)LI / S(AN)C(T)I T(H)OM(A)E AECHIPR(A)ESUL(IS) ET MARTIR(IS) ET S(AN)C(T)I MARTINI / EP(ISCP)I ET C(ON)F(ESSORIS) S(AN)C(TAE) CECILI(A)E VIRG(INIS).

Bibliografia Essenziale:

  1. Bullettino Archeologico Sardo "Chiesa Cattedrale dell'antica Bisarchio di Giovanni Spano, 1860;
  2. Sant’Antioco di Bisarcio (Ozieri): la cattedrale romanica e i materiali costruttivi (di R. Coroneo, S. Columbu) 2010;
  3. Storia dell'arte in Sardegna dall'XI al XIV secolo" di D. Scano, Montorsi, 1907;
  4. L'architettura del Medioevo in Sardegna" di R. Delogu, La Libreria dello Stato, 1953;
  5. Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300" di R. Coroneo, Ilisso, 1993;
  6. SardegnaCultura, I Luoghi della Cultura "Ozieri, Chiesa di Sant'Antioco di Bisarcio";
  7. SargegnaCultura Catalogo Beni Culturali, scheda 178971 "Chiesa di S. Antioco - Ozieri";
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Sant’Antioco di Bisarcio (Ozieri). 1907 da "Storia dell'arte in Sardegna dall'XI al XIV secolo" di Dioni Scano;