(1) di Federica Bassu e Miriam Niedda; Attorno alla metà del Mille la Sardegna era divisa in quattro regni o giudicati, retti da un re o giudice. I giudici erano i rappresentanti locali dell'imperatore bizantino che, attorno al 1000, si resero autonomi. Ne derivò una partizione del territorio nei quattro regni di Cagliari, Arborea, Torres e Gallura, a loro volta divisi in curatorie. Di pari passo si assistette alla riorganizzazione della Chiesa. Le vaste diocesi dell'età bizantina vennero frazionate in nuove circoscrizioni ecclesiastiche: arcidiocesi e diocesi rette da arcivescovi e vescovi, cui facevano capo le parrocchie. È in questo contesto che i giudici, attraverso donazioni, favorirono l'arrivo nell'isola dei Benedettini insediarono i propri monasteri nel territorio sardo. Si assistette a una rinascita della cultura sotto l'ala protettrice della Santa Sede. Da non trascurare anche la presenza sempre più stabile e radicata delle repubbliche di Pisa e Genova, la cui attività commerciale nell'isola portò a conflitti con i poteri locali. La loro presenza interferì spesso a livello politico e arrivò a determinare la fine di tre giudicati (Cagliari, Torres e Gallura), che dopo il 1250 caddero in mano a signori pisani o genovesi. Queste circostanze storiche contribuirono alla circolazione di nuove correnti artistiche nell'isola, che si innestarono nel sostrato locale e che hanno lasciato le tracce più significative nell'attività architettonica sia militare sia, soprattutto, ecclesiastica.
(2)tratto da "La Sardegna dei giudici" di Giacomo Ortu - Il Maestrale 2005 Le notizie più antiche sui giudici sardi non vanno oltre la metà dell’XI secolo. Il primo giudice di Torres, Barisone I, è attestato a partire dal 1063, quando, secondo il Chronicon monasterii Casinensis invia dei legati a Montecassino per chiedere la fondazione di un monastero nel suo regno. Nel 1065 figura al suo fianco, associato al trono, il nipote Mariano I, assieme al quale dona al monastero cassinese la basilica di Santa Maria di Bubalis e la chiesa di Sant’Elia di Montesanto (Saba 1927, I). Mariano I regna da solo a partire almeno dal 1073, quando è destinatario della già richiamata lettera di Gregorio VII ai quattro giudici sardi (Tola 1861-68, XI, 10), mentre dal 1082 compare coregnante il figlio Costantino. Di Mariano I non si conosce la data della morte, che per Costantino viene nel 1127.
(3)tratto da "Cronotassi dei Giudici di Torres" di M. G. Sanna - Estratto atti Convegno "Civiltà Giudicale in Sardegna" Un punto fermo nella cronotassi dei giudici turritani è fissato dal quarto giudice nella serie effettivamente documentata, Gonario, regnante tra il 1127 e il 1153, che ricorda come suoi predecessori soltanto il bisnonno Barisone, il nonno Mariano e il padre Costantino (Tola 1861-68, XII, 56).
Nel caso dei giudici logudoresi è presto attestata anche la presenza dei «giudici di fatto», che svolgono funzioni di governo qualora o dove il giudice titolare ne sia impossibilitato per qualche ragione. Tra gli ultimi anni del regno di Barisone I e gli anni iniziali del regno di Mariano I troviamo, infatti, a ricoprire tale ufficio, un Pietro de Serra e un Costantino de Sogostos.
Barisone I (ante 1063 - ante 1073) Di questo giudice si ignorano le date di inizio e di fine del regno. Appare sin dal 1063 nella cronaca del monastero di Montecassino
Mariano I (1065 - entro 1114). Appare sin dal 1065 nella predetta donazione al monastero di Montecassino come co-regnante con Barisone e definito come «nepote ejus»
Costantino I (1082 ca. - 1127). Viene nominato per la prima volta in un documento risalente al 1082, quando appare come figlio e coregnante con Mariano nella donazione di S. Michele di Plaiano
Gonnario I (1127 - 1153 ca.). Per sua diretta testimonianza l'inizio del suo regno si deve far risalire al 1127, tuttavia non poté svolgere sin da subito le sue funzioni di giudice: in seguito alla morte del padre, infatti, si aprì una difficile fase di lotta per la successione;
Gonnario I (1127 - 1153 ca.). Per sua diretta testimonianza l'inizio del suo regno si deve far risalire al 1127, tuttavia non poté svolgere sin da subito le sue funzioni di giudice: in seguito alla morte del padre, infatti, si aprì una difficile fase di lotta per la successione;
Barisone II (1147- entro 1191) Cominciò a regnare in assenza del padre, come detto, già dal 1147. Esercitò il potere da solo in modo definitivo solo dopo il 1153, e regnò almeno fino al 1190
Costantino II (1170 - 1198). Co regnante col padre dal 117085 , regnò da solo a partire dal 119186 fino al 1198, morendo scomunicato.
Comita I (1198-1218) Subentrato al fratello nel 1198 appunto, «necessitate compulsus»90, accettò quelle imposizioni il cui rifiuto avevano fruttato al defunto Costantino II la scomunica.
Mariano II (1204-1232). Già associato al regno nel 1204, esercitò il potere da solo, come detto, dal 1218 sino alla fine del 1232, conservando i diritti anche sulla metà del giudicato d' Arborea.
Barisone m (1232-1235). Scelto dal padre come successorew3, esercitò il potere, sotto la tutela di Orzocco de Serra in quanto minorenne. Morì assassinato dai sassaresi nel 1235.
Adelasia (1235- entro 1263). Scelta a succedere al fratello dai majorales del giudicato, secondo le disposizioni lasciate dal padre Mariano II prima della sua morte, quasi prevedesse la tragica fine del figlio, regnò dal 1235 fino agli inizi del 1238 con il marito Ubaldo Visconti, giudice anche di Gallura. L'ultima sua menzione documentaria è del 12551. È sicuramente defunta entro gli inizi del 1263 e alla sua morte non fu più eletto alcun giudice del Logudoro